Siamo partiti con le Sentinelle per il pellegrinaggio Unitalsi a Lourdes carichi di aspettative ed anche di timori: 53 ragazzi dai 14 ai 17 anni, l’equipe degli educatori comprendente quattro bimbi di età che va da 1 ai 6 anni, io con un problema di mobilità, don Fabrizio e Simone.
Abbiamo vissuto con gli amici dell’Unitalsi e con gli ammalati l’esperienza della condivisione e del servizio del treno, così come in albergo e in ogni istante delle meravigliose giornate di Lourdes.
Maria, come madre accorta, anche per noi ha detto a suo Figlio: non hanno più vino. E anche a noi ci ha consegnato di fare qualsiasi cosa il Figlio ci avesse chiesto.
Se tanta è stata la fatica della preparazione, ci è stato restituito il centuplo, se tanto speravamo da Lourdes, mai avremmo sperato quello che abbiamo ricevuto!
Grazie agli amici dell’Unitalsi per la vostra passione, competenza, pazienza, per il grande amore con cui fate quello che fate. In voi abbiamo visto che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Grazie perché avete reso possibile un sogno. I nostri ragazzi sono tornati con il cuore pieno di meraviglia perché mentre anche loro pensavano alla malattia e all’handicap come qualcosa di pauroso, alla fragilità come qualcosa sempre da eliminare, hanno compreso col cuore, grazie al magistero vostro e dei malati, che nella malattia si può essere felici e più che felici. Il malato come persona e non come malattia, la vecchiaia come tempo santo della vita, l’amore come servizio: le Sentinelle hanno imparato questo e molto altro. Dio renda a voi amici unitalsiani, il centuplo per quello che ci avete dato.
Sentinelle: il vostro nome a Lourdes è divenuto una benedizione. Siete stati infaticabili, sempre pronti a rispondere a qualunque chiamata a servire, generosi, rispettosi, sempre sorridenti. Le vostre magliette blu hanno riempito non solo i luoghi ma anche il cuore di tanti malati ai quali avete regalato un pezzettino di voi stessi ricevendone in cambio, però, molto di più. “chi avrà dato anche solo un bicchiere d’acqua a questi piccoli non perderà la ricompensa” dice Gesù. E voi non la perderete. Vi ho visti andare alla Grotta in ogni momento libero, e dato che di momenti liberi non ce n’erano, li strappavate a qualunque altra attrattiva, pur di stare con Maria. Vi siete lasciati trasformare dall’amore delle persone in fragilità che avete accompagnato, alcuni di voi hanno preso decisioni fondamentali rinunciando ad una doppia vita, all’ipocrisia alla quale il mondo vorrebbe condannarvi. Durante la condivisione di domenica pomeriggio avete pronunciato parole che erano distillati di cuori toccati dalla grazia, cuori adulti a dispetto dell’età. A Lourdes abbiamo assistito alla lotta tra lo spirito del mondo che vi vuole annoiati e confusi su ciò che è bene e ciò che è male, quello spirito che vuole divorarvi (ricordate i briganti della catechesi di sciamata?) e Gesù, che troppo spesso sentite straniero, invece che amico. Gesù e Maria hanno vinto e convinto, guardatevi dal dimenticare quello che avete visto e vissuto. Non vi dimenticate che la croce è la cattedra da cui si impara la felicità. Vi ho sfidati, la sera della sciamata alla gratitudine e voi avete risposto, non dimenticate il valore del grazie perché è segno di qualcuno che non si sente al centro del mondo.
Ai ragazzi sciamati dico: mai nessuno avrebbe pensato ad una sciamata a Lourdes, siete privilegiati, questo privilegio sia seme di un frutto di santità. Continuate a camminare nella Locanda, lo Straniero compirà in voi l’opera sua.
Grazie all’equipe, al termine di un anno faticosissimo avete ricevuto un salario abbondantissimo, una misura copiosa, scossa e traboccante. Avete sognato alto e avete vinto. Siete stati, insieme a Raffaele e Simone, padri e madri accorti e premurosi, siete quelli che il mondo giudica pazzi eppure siete voi che seminate speranza! Grazie ad Alfonso, “il seminarista”, l’uomo infaticabile dei servizi! Siete voi per primi le Sentinelle del mattino di questo millennio. Giovanni Paolo II è fiero di voi, ne sono certa.
Grazie a Yuri, la sorpresa di Dio per noi, la sua vita è divenuta crocevia di decisioni sante per le Sentinelle che in lui hanno visto che Dio è fedele e che sempre si può rinascere. Ma anche che il bene va distinto sempre dal male e che la verità rende liberi.
Grazie a don Fabrizio, instancabile pastore dal profumo delle pecore e anche a don Peppe che all’ultimo ha considerato (a ragione) questo pellegrinaggio superiore alle proprie forze, eppure sempre con noi.
Ma prima di tutto e soprattutto, grazie a Gesù che sempre ci sorprende e ci supera. Grazie a Maria, la padrona di casa che ha visto di cosa avevamo veramente bisogno, insegnandoci a fidarci di questo suo Figlio, così esigente, così pazzo da dare se stesso per ciascuno di noi.
Servire è regnare.
Suor Roberta Vinerba [facebook]
Un commento
mirco casciarri dice:
7 agosto 2018 a 14:37
Molte grazie a tutti per il vostro impegno sempre costante e che ci trasmette gioia. Ogni bene. Buona estate.